Borghi abbandonati in Val Borbera (2005)

In Val Borbera, come altrove, le trasformazioni economiche e sociali avvenute negli Anni Cinquanta e Sessanta hanno portato allo spopolamento di interi borghi montani. Dove un tempo si conduceva una dura vita contadina, scandita dai ritmi antichi delle stagioni e regolata dalle esigenze della coltivazione e della pastorizia, oggi rimangono ruderi, resti di case in pietra, stalle scoperchiate, chiesette sconsacrate, persino un camposanto (a Reneuzzi). Ho fotografato Avi, Camere Nuove, Casone, Riva Rossa, Reneuzzi, Ferrazza. Ferrazza è un caso a sé: non può considerarsi completamente abbandonata. Un gruppo di abitanti della valle, infatti, ha acquistato in anni recenti le case che formano il borgo (già in condizioni discrete) e si sta adoperando per mantenere in vita il paese, senza alterarne la struttura originaria e nel rispetto dell’ambiente. 

Questi borghi sono situati in luoghi desolati e silenziosi, talvolta spettrali, nei quali l’opera dell’uomo è quasi percepita come un prodotto della natura. Le stesse forze che hanno dato forma alla montagna attraverso disgregazioni, crolli e addensamenti di vegetazione si rivolgono qui agli edifici, ai muri. La forza spirituale dell’uomo e le forze della natura interagiscono. La natura riporta le opere allo stadio materiale dal quale provengono. Se ne riappropria.

Alessandro Vicario, 2005)
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