Nell'estate 2015 ho fotografato la corteccia del platano secolare che si erge maestoso nel giardino della Guastalla, a Milano. Tanti anni fa quell'albero possente si trovava all'interno del giardinetto della scuola elementare che frequentavo: la prima Scuola Steineriana di Milano, in via Francesco Sforza. Sotto l'ombra rassicurante e protettiva del platano giocavo durante le lunghe e spensierate ricreazioni scolastiche, assieme ai miei compagni di classe. Quell'albero ci ha visto crescere. Così ha avuto origine la serie Mappe arboree. L’avevo scattata in pellicola, quella prima fotografia. Con la vecchia Hasselblad 500 CM prestatami da mio padre. Non avevo neppure intenzione di produrre una serie. Mi interessava solamente quel platano. L’idea della serie sarebbe venuta in seguito. Inizialmente, ho continuato con il procedimento analogico, per poi proseguire il lavoro in modalità mista: alcune riprese in modalità analogica e altre con la tecnologia digitale. Fin dal principio avevo scelto di mantenere il bordo nero della diapositiva, che è un segno distintivo del fotogramma analogico (e della prima fotografia della serie Mappe arboree). Per rispettare la coerenza estetica della serie (e soprattutto per conservare traccia della sua origine) ho scelto di riprodurre il bordo della prima fotografia su tutte le immagini, anche su quelle digitali. È per questo che i numeri dei fotogrammi si ripetono sempre identici (7 e 8) nella maggior parte delle fotografie. Sebbene ci sembrino immobili, gli alberi sono organismi vivi e dinamici. La loro immobilità è apparente. Dai tempi più remoti, e a tutte le latitudini, il genere umano attribuisce agli alberi profondi significati simbolici (spirituali, sacri e religiosi). L'albero è simbolo della continua e inarrestabile trasformazione della vita e della sua ciclicità, tra morte e rinascita. L'albero mette in comunicazione i tre livelli del cosmo: il sottosuolo, dove affondano le radici; la superficie della Terra, dalla quale si erge il tronco; il cielo, verso il quale si protendono i rami e la cima, attirati dalla luce del Sole. La struttura stessa dell'albero evoca l'ascensione verso il cielo (e la tensione alla trascendenza). L'albero riunisce in sé tutti gli elementi: l'acqua, che circola con la linfa; la terra, che si integra nel suo corpo attraverso le radici; l'aria, che nutre le sue foglie; il fuoco, che il legno può alimentare. Mi piace osservare gli alberi. Contemplarli. Mi affascinano le forme e i colori visibili sulle loro cortecce: mi fanno pensare ad antiche mappe (di territori misteriosi e fantastici).
Alessandro Vicario
Milano, marzo 2023