From the preface by Antonio Ria in the show catalogue

Alessandro Vicario coglie poeticamente l’«inarrestabile trasformazione» della natura, anche di quella che noi erroneamente chiamiamo “natura morta”, e ci presenta l’Immobilità apparente della pietra, che è «in continua trasformazione, benché a noi appaia fissa e immobile», egli scrive. Le sue immagini hanno un fascino particolare sia quando rappresentano la fluidità dell’acqua, che si rinfrange sulla roccia, sia quando registrano la “fluidità” stessa della pietra, immersa e circondata dall’acqua. Fin quando questa pietra emerge, nella sua solidità quasi carnale, ruvida, petrosa appunto. Quindi autentica, sia pure nella sua emblematicità alla fine quasi astratta. «L’arte è sempre astratta», ammoniva il grande pittore Felice Casorati, maestro di Lalla Romano. “Deve” essere sempre astratta: altrimenti è copia della natura, ripetizione dell’esistente. Anche la fotografia di paesaggio, se è autentica, può essere un segno di memoria, uno stimolo di memoria: quindi di creatività, di fecondità.

Antonio Ria, 2010
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